UN SERMONE SENZA FINE

Rey racconta un episodio su una predica appassionata fatta da Eugenio e della poca appassionata risposta del pastore di St Laurent.

Nelle tre domeniche passate a Saint-Laurent, P. de Mazenod si è incaricato di fare le Prône, in Provenzale, nella chiesa parrocchiale, ha spiegato il Simbolo. L’ultima domenica, siccome voleva completare le sue istruzioni, ha allungato il suo discorso più del solito. Era giorno di Messa cantata. Il parroco, eccellente peraltro e di grande virtù, si spazientiva per questa lunghezza di cui non capiva il motivo. Alzava la sua veste, guardava l’orologio e mormorava, quasi ad alta voce, contro questo discorso che non finiva più. Alla fine, non ha retto di più e, rivolgendosi al predicatore, gli grida: “Padre, finite, altrimenti a mezzogiorno siamo ancora qui”. “Ancora un momento, signor parroco, e finisco. Sembra che questo istante sia stato un po’ lungo per il Parroco che, di colpo, alzandosi dalla sua sede, va in mezzo all’altare e, con voce sonante, intona: Credo in unum Deum. Allora, il predicatore scende immediatamente dal pulpito senza dire una parola e col sorriso sulle labbra. Gli abitanti furono addolorati per il tiro giocato dal parroco che, dopo l’ufficio, p. De Mazenod scusò con loro. I fratelli Suzanne et Moreau rimasero edificati dalla calma e dell’impassibilità del loro superiore.

Rey I, note p. 230

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