A onor del vero, faremmo un disservizio se vedessimo la mossa di permettere agli scolastici di votare come un contorto stratagemma di Eugenio per sconfiggere. La decisione presa grazie all’aiuto degli scolastici si dimostrò quella corretta, e tutti i missionari apprezzarono e accettarono questa soluzione.
Ciò che Eugenio aveva fatto era fissare l’ideale per il futuro e una regola per tutte le ammissioni a venire: per essere un Missionario una persona diventava un religioso attraverso i voti. Per i compagni che non condividevano questa idea, Eugenio diede loro la libertà di continuare secondo il loro volere. Non cercò di convincerli. Leflon continua la sua riflessione:
Si sarebbe potuto temere che il loro discutibile intervento creasse un pericoloso malessere tra il Fondatore, che lo aveva provocato per riuscire a colpo sicuro, i semplici accoliti, che avevano rovesciato la situazione, e i preti, messi in minoranza. Di fatto, tutto si sistemò all meglio. L’elezione per le cariche, prescritta dallo Statuto, disse subito che, malgrado questi dissensi passeggeri, l’unità e la carità furono salvate. L’assemblea si riconosceva “costituita in Società e riunita in Capitolo Generale secondo i termini delle Regole appena acettate
 Leflon 2, p. 183
Basandosi sugli Atti ufficiali del Capitolo e sulle Memorie di Mariusz Suzanne, Rey racconta ciò che è accaduto:
Lunedì 26 ottobre, si tenne una seconda seduta del Primo Capitolo Generale della Società dei Missionari di Provenza.
«Avendo riuniti i preti della comunità , il Fondatore propose loro di procedere all’elezione delle cariche seguendo il modo prescritto dagli Statuti approvati e di ammettere, a questo fine, i tre novizi che avevano già preso parte alle loro deliberazioni e che desideravano discutere l’impegno che loro stessi avevano in progetto. Approvata la cosa, dopo aver invocato le luci dello Spirito Santo e chiesta la protezione della Santa Vergine, tutti i membri presenti hanno proceduto, con votazione, alla nomina delle cariche della Società . Erano presenti: sette preti (P. de Mazenod, Fondatore e Superiore ; p. Tempier, primo discepolo e compagno di p. De Mazenod ; i padri Deblieu, Mie, Maunier, Marius Aubert e Moreau; tre novizi studenti, i Fratelli Courtes, Suzanne e Dupuy.
«Tutti i membri che componevano questa assemblea hanno supplicato il p. De Mazenod di voler continuare ad esercitare la carica di Superiore Generale della Società . Poi, per dire a p. P. Deblieu l’affetto che tutti avevano per lui nonostante il suo rifiuto di impegnarsi con i voti, lo si è nominato, quasi all’unanimità , primo assistente e ammonitore del Superiore Generale. P. Maunier è stato nominato secondo assistente e Segretario Generale, p. Tempier terzo assistente, p. Mie quarto assistente e p. Courtes, procuratore generale della SocietÃ
Rey 1, p. 233
Le nostre regole di Vita oggi riflettono le origini:
Uniti come fratelli in un’unica comunità apostolica, gli Oblati si considerano tutti uguali davanti al Padre che distribuisce tra loro carismi e ministeri per il servizio della Chiesa e della sua missione. Le strutture della Congregazione hanno l’unico scopo di sostenere questa missione.
Fedeli ai principi stabiliti dalle Costituzioni e Regole, i superiori saranno attenti a che le strutture rimangano sufficientemente agili da potersi evolvere al ritmo dell’esperienza della vita.
CC&RR Costituzione 72