Eugenio continua a descrivere i suoi “sforzi per la fondazione†all’amico Forbin Janson. Aveva bisogno di una casa grande e di una proprietà in grado di ospitare i circa 300 giovani che incontrava ogni giovedì e ogni sabato per la preghiera, l’istruzione e i giochi. Allo stesso tempo aveva bisogno di una casa grande abbastanza per ospitare i futuri membri del gruppo missionario che voleva fondare e con cui avrebbe condiviso il ministero in cui era impegnato.
Accanto alla proprietà della sua famiglia, alla periferia di Aix, vi era una grande convento dei frati minimi, messo in vendita con una chiesa antica e con grandi terreni. All’ultimo momento, proprio mentre stava per concluderlo, l’affare gli era stato soffiato! Eugenio sposta allora la sua attenzione all’ex-convento delle carmelitane, situato al centro della città . È qui che la visione carismatica di Eugenio sarebbe diventata una realtà .
Ed ecco la situazione di oggi, senza entrare nei preliminari che sarebbe lungo narra-re. Il convento dei Minimi era in vendita e poiché l’edificio rispondeva perfettamente alle nostre mire pensavo che non bisognasse lasciarselo sfuggire. Credetti doveroso comprarlo e affrontai fatiche incredibili, senza alcun esito: le religiose del SS. Sacramento con una gherminella ben congegnata me lo soffiarono garbatamente. Per trattare avevo interessato alcuni sacerdoti che io credevo ben disposti per l’opera, e lo sono infatti; e quando fui mes-so fuori, costoro non si diedero per vinti. Vergogna o scrupolo di lasciar spegnere il fuoco, cercai di avere l’unico locale che in città rimaneva per accogliervi una comunità . Ebbi un successo inatteso: in un solo incontro affare fatto; ed io mi son trovato proprietario della gran parte del vecchio convento delle Carmelitane, situato in capo al Corso con accanto una chiesa molto graziosa; un po’ mal ridotta a dir vero, ma che potrebbe mettersi in sesto con meno di cento luigi.Â
Lettera a Forbin Janson, 23 ottobre 1815, E.O. VI n.5