DOPO 150 ANNI… CHI È SANT’EUGENIO?

EUGENIO, UN RAGAZZO IN ESILIO

1791 – 1802: undici anni di esilio a Nizza, Torino, Venezia, Napoli e Palermo

© Laurent Girard / Studio Mazenod (2011) – Tableau du Jean-Jacques Martin
Una volta che i rivoluzionari emanarono un mandato di cattura contro mio padre appena rientrato dagli Stati Generali, egli lasciò la Francia per recarsi a Nizza, da dove mi mandò il fratello perché mi ac-compagnasse da lui…
Bisognava proprio essere spaventati dalla minaccia di sopprimere i figlioli dei nobili perché mia madre acconsentisse a lasciarmi intraprendere un viaggio, prima ancora di es-sermi ristabilito completamente da una indisposizione che mi aveva molto abbattuto. ..
Non avevo ancora 9 anni. Io non potei far altro che mantenere il segreto come l’avrebbe potuto fare una persona adulta. Me l’avevano raccomandato ed io ci tenni a mantenerlo.

VENEZIA

Un giorno io passavo il tempo affacciato alla finestra che si apriva sulla casa della famiglia Zinelli, quando don Bartolo mi apparve sul lato opposto e, rivolgendomi la parola, mi disse: – Signorino Eugenio, non vi dispiace di perdere il tempo baloccandovi così alla finestra?
– Purtroppo, signore, lo faccio con molto dispiacere; ma che ci posso fare? Sapete che sono forestiero e non ho libri a mia disposizione – . Lì voleva giungere il mio interlocutore. – Non preoccupatevene, figliolo caro; sto qui proprio nella mia biblioteca dove si trovano tanti libri latini, italiani, anche francesi, se volete approfittarne.
– Non chiedo di meglio, feci io – . Immediatamente don Bartolo staccò la sbarra che fissava gli scuri della finestra e, mettendoci sopra un libro, me lo porse attraverso la stradina che ci separava. Il libro fu divorato subito perché io leggevo con avidità e il giorno dopo mio padre mi consigliò di andarlo a restituire e ringraziare don Bartolo. Tutto previsto.
Don Bartolo mi accolse con la più grande affabilità: mi fece vedere la sua biblioteca, poi entrai in un ampio salone dov’egli studiava movendosi intorno a un gran tavolo insieme al fratello Pietro, ancora diacono. – I nostri libri sono a vostra disposizione, mi disse don Bartolo. E aggiunse: – Qui mio fratello ed io studiamo: c’è anche un posto che era occupato da un nostro fratello che il Signore ha chiamato a sé. Se vi facesse piacere succedergli, non avete che a dirlo: vi faremo proseguire gli studi che non avete potuto completare …
A cominciare da questo periodo, tutti i giorni durante quattro anni mi recavo dopo la messa da questi insegnanti tanto condiscendenti che mi facevano studiare

NAPOLI

La mia permanenza a Napoli fu per me un anno opprimente a causa di una esasperante monotonia…

PALERMO

La Provvidenza che ha sempre vegliato su di me fin dalla più tenera infanzia, mi aprì le porte di una famiglia siciliana dove fui accolto fin dall’inizio come un figliolo: la famiglia del duca di Cannizzaro…
A cominciare da questo periodo fino al mio ritorno in Francia, feci parte della famiglia: il mio posto a tavola era sempre pronto, li accompagnavo in campagna nei mesi estivi e potevo servirmi di tutto come facevano i due ragazzi che mi trattavano come un fratello. E l’ero divenuto per l’affetto che mi dimostravano.

Diario dell’emigrazione in Italia, (1791-1802), E.O. XVI

 

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