EUGENIO, MARTIRE DELLA CARITÀ
© Laurent Girard / Studio Mazenod (2011) – Tableau du Jean-Jacques Martin
Per tutta la mia vita ho desiderato morire martire della carità ; voi sapete che questa corona mi fu tolta fin dai primi anni del mio ministero: Dio aveva i suoi disegni, poiché voleva incaricarmi di dare alla sua Chiesa una nuova famiglia, ed ha pensato che questo valesse più del lasciarmi morire di quel benedetto tifo che avevo preso al servizio dei prigionieri
Lettera a Henri Tempier, 12 settembre 1849, E.O. X n.1018
Mi sono completamente ristabilito da una malattia che mi aveva quasi condotto alla tomba e da cui mi son ripreso grazie alle numerosissime fervorose preghiere che si sono levate a Dio da tutti gli angoli della città …Fu nelle caserme dov’erano ammucchiati 2.000 prigionieri austriaci che mi presi quella che è chiamata la malattia delle carceri (il tifo petecchiale). Il giorno di san Giuseppe al mattino ero agli estremi…
Lettera a Charles Antoine de Mazenod, 17 giugno 1814, E.O. XV n. 126
Le intenzioni della sua prima Messa :
Prima messa, la notte di natale: per me. … La grazia di riparare ai miei sbagli attraverso una vita completamente e unicamente impiegata al suo (Dio) servizio e alla salvezza delle anime. Lo spirito di G. C. La perseveramza finale, ed anche il martirio o almeno la morte al servizio degli appestati, oppure ogni altro genere di morte per la gloria di Dio e la salvezza delle anime
E.O. XIV n.100
Rendere gli uomini ragionevoli, poi cristiani e infine aiutarli a diventare santi.
Regola del 1818, Capitolo uno, §3, articolo 3, Nota bene