Marius Suzanne descrive l’omelia di Eugenio del Venerdì Santo del 1820 durante la missione di Aix. Lui che era stato da giovane affascinato da Gesù Salvatore in quel Venerdì Santo di più di venti anni prima, ha dimostrato di essere realmente un cooperatore dello stesso Salvatore. Egli imitava gli esempi e le virtù di Gesù Salvatore, ed era capace di parlare attraverso l’esperienza personale:
Se l’impressione, però, che ci ha fatto in questo eloquente discorso fu viva e profonda, ci ha toccati ancora più sensibilmente nell’istruzione che ci ha dato il Venerdì santo. Ha seguito il Signore nelle circostanze più importanti della sua dolorosa passione. Ci ha parlato con tanta unzione dell’amore immenso di Gesù Cristo per tutti gli uomini e per ciascuno di noi in particolare; gli attribuiva preghiere così toccanti, sentimenti così vivi e ardenti per la nostra salvezza; pregava lui stesso con tanto fervore, che eravamo rapiti di ammirazione e penetrati dalla più viva riconoscenza. E quando ci ha presentato questo divino Salvatore schiacciato sotto il peso umiliante di tutti i crimini degli uomini, di questi pensieri, di questi desideri, di queste azioni, ci diceva alzando la voce, che non vi siete mai rimproverati ; quando, soprattutto, lo ha fatto spirare domandando perdono per noi e facendo voti perché il suo sangue non ci fosse inutile, allora abbiamo creduto scoprire tutti i segreti dell’anima santa del Signore Gesù e, solo allora, abbiamo cominciato a conoscerlo e ad amarlo.
M. SUZANNE, Quelques lettres sur la mission d’Aix, p. 11-12