MISSIONI POPOLARI: LA PROCESSIONE PENITENZIALE TENDE A SUSCITARE SINCERI SENTIMENTI DI CONVERSIONE

Eugenio continua la descrizione della cerimonia e della processione con veri sentimenti provenzali:

La processione ha attraversato le vie del paese piene d’acqua, di fango e di sterco; ma calpestando quella sporcizia pareva che dovesse sgorgare da lì una sorgente di grazie abbondantissime. Che cosa sarebbe stato se un altro missionario, ben diverso dal miserabile superiore che aveva tanto da espiare per conto proprio ma da devolvere interamente a vantaggio di tutto il popolo, avesse potuto presentarsi come vittima? Ma era giusto che fosse lui a offrirsi, pur ammettendo che era il meno degno, proprio perché era in maggior bisogno (di espiare).
Il fatto è che questa funzione ha prodotto un grandissimo effetto attirando sulla missione un fiume di grazie.
Quando la processione, svoltasi nel raccoglimento più notevole, fu di ritorno, il superiore consegnò la croce a un accolito e, prostratosi ai piedi dell’altare con la faccia per terra, continuò a pregare per la conversione del popolo e non si è rialzato che dopo la benedizione.
Allora soltanto è ritornato in sacrestia e la fretta con cui si son messi ad asciugargli i piedi che un missionario con un gesto spontaneo di umiltà s’è piegato a baciare, ha prodotto un’emozione così viva che il suo ricordo non si cancellerà tanto facilmente dalla memoria di quelli che ne sono stati testimoni.

Diario della missione a Marignane, 24 novembre 1816, E.O. XVI

 

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