Il confessionale era il luogo privilegiato per l’incontro e la riconciliazione tra il penitente e Gesù Salvatore. Non ci deve dunque sorprendere che, durante le missioni, i missionari dedicassero ogni momento disponibile a questo ministero. Il schema era stato stabilito nella prima missione fatta a Grans:
Quanto a noi, non finiamo di ascoltare confessioni: ce n’è d’ogni sorta. È la nostra preghiera, la preparazione e il ringraziamento, il nostro tutto, giorno e notte
Lettera a Henri Tempier, 11 marzo 1816, E.O. VI n. 11
La narrazione abbonda di esempi: come durante la missione di Eyguieres,
Perciò abbiamo un lavoro superiore alle nostre forze, stiamo in confessionale fino a mezzanotte e un quarto: eppure a quest’ora così tarda quando bisogna andar su a prendere un boccone, c’è ancora gente che dobbiamo rimandare
Lettera a la communità a Aix, 7 marzo 1819, E.O. VI n. 41
Da Barjols scriveva
Eccoci in confessionale, senza muoverci dalla mattina alla sera
Lettera a Henri Tempier, 14 novembre 1818, E.O. VI n. 34
Dopo la missione di Barjols Eugenio descriveva i risultati positivi dei loro sforzi:
Il parroco di Barjols mi scrive che, da 18 anni, aveva alla messa solo dieci uomini… che durante la missione sono state fatte quasi 3000 confessioni generali e che coloro che avevano guadagnato la missione prima di Natale, si sono avvicinati, di nuovo, alla Santa Mensa per il capodanno per provare che erano nella ferma risoluzione di fare la loro Pasqua…
Lettera a M. Arbaud, 12 gennaio 1819, E.O. XIII n. 22