I risultati raggiunti con il ministero delle confessioni durante le missioni erano scontati in ogni missione popolare tenuta dagli Oblati. Inizialmente cio’ era dovuto alla situazione provocata dalla rivoluzione francese e dai suoi strascichi, per cui l’incontro con i missionari riempiva il vuoto della vita religiosa e spirituale delle persone, invitandole ad esaminare e a cambiarle la qualità e la direzione delle loro vite.
Una ragione ulteriore era che, soprattutto nei piccoli villaggi, dove si conoscevano tutti tra loro e il parroco era molto coinvolto nelle vite di ciascuno, alcune persone preferivano non avvicinarsi alle normali opportunità di confessione per un senso di pudore e di vergogna, o per la mancanza di obiettività del parroco locale. Il vantaggio di incontrare dei sacerdoti esterni, che non si sarebbero più rivisti, portava le persone ad aprirsi più facilmente e con maggiore franchezza. Inoltre, non essendo emotivamente coinvolti nelle faccende locali, i missionari potevano fornire un’opinione oggettiva e distaccata:
Tutte le nostre missioni in Francia e in Inghilterra, Irlanda e Scozia ci danno le più ampie soddisfazioni. Dio benedice tutti i passi dei nostri missionari, il lavoro dappertutto è superiore alle forze in campo: questo mi preoccupa. Pensate che durante l’ultima missione che i padri han predicato in Irlanda han confessato dodicimila persone e bisognava contentarne 30000.
Lettera a François Semeria, 8 luglio 1860, E.O. IV n. 51