Quando la chiesa della Missione aprì le proprie porte al pubblico, la rabbia di alcuni pastori locali venne fuori. Questo era il caso dei pastori gallicani a cu non piaceva l’affinità di Eugenio con la Chiesa di Roma e il Papa. Alcuni di loro avevano collaborato con il governo della Rivoluzione e avevano giurato fedeltà alla Francia e no all’influenza di Roma. Anche se avevano ritrattato dopo la caduta di Napoleone, Eugenio rimase un segno di contraddizione per loro.
Loro espressero il loro odio attaccando la Congregazione dei Giovani. Un esempio è il 6 aprile 1816 durante la confermazione di 26 membri. Eugenio lo racconta nel suo diario, parlando di sé stesso in terza persona e qualificandosi come “Direttoreâ€:
I soci che devono ricevere la cresima sono entrati in ritiro nella casa della Missione tre giorni prima, come d’uso. Erano abbastanza numerosi e l’Associazione meritava un certo riguardo perché mons. il vescovo di Digne si compiacesse di venire ad amministrarla nella nostra cappella, una volta che non si era dato fastidio di recarsi perfino nel ricovero di mendicità . Motivi spregevoli, che non oso qui riferire per rispetto verso la sua persona, convinsero il prelato a non accettare l’invito che gli fece il Direttore con l’assenso dei vicari capitolari.
Perciò fu necessario recarsi in cattedrale dove il parroco di S. Giovanni, arrivò al punto di insultare pubblicamente il Direttore che ebbe la fortuna di sapersi mantenere e di non rispondere alle offese, per non offrire un’occasione di scandalo spaventoso in una riunione come quella. Le accuse del parroco di 5. Giovanni riguardavano il rifiuto opposto dal Direttore di mandare i nostri associati in parrocchia per far massa coi maleducati di strada che erano stati radunati alla rinfusa, e non senza difficoltà , in occasione della cresima.
Il Direttore aveva opposto il suo rifiuto dopo aver preso consiglio dal Vicario generale: era dunque perfettamente in regola e non si poteva aspettare di essere apostrofato nella maniera più volgare nel coro di St-Sauveur, pieno di ragazzi di tutte le parrocchie in attesa del momento della cresima. Il Direttore, al quale il bravo parroco disse a voce alta che gli avrebbe insegnato lui i suoi doveri convocandolo dinanzi al giudice e altre simili cortesie, assistito da una grazia particolare non rispose nulla e passò oltre; ma poiché ci si era dimenticati di assegnare un posto ai nostri soci, quantunque si fosse pensato di avvertire fin dalla vigilia, si rivolse direttamente al Vicario generale perché avesse la bontà di provvedere. Il Vicario generale li fece sistemare attorno all’altare dove quei bravi giovani, preparati con tanta cura, diedero spettacolo di una pietà straordinaria in contrasto stridente con lo scandaloso comportamento di tutti gli altri ragazzi che si potevano tenere a bada soltanto con colpi di berretta e schiaffoni.
Quell’atteggiamento vergognoso arrivò a tanto che, a metà messa del Prelato, il Vicario generale che l’assisteva si rivolse ai sacerdoti ingiungendo ad essi a voce alta di badare ai loro ragazzi e di far cessare il baccano.
Appena i nostri associati ebbero ricevuto il sacramento della cresima si ritirarono dietro l’altare maggiore dove rimasero fino al termine della funzione. Il Direttore di tanto in tanto li esortava a innalzare i loro cuori a Dio, cercando di tenerli al riparo dalle distrazioni causate dal chiasso che regnava in chiesa. Ma si può dire che questo aiuto era per essi eccessivo tanto erano spontaneamente portati al raccoglimento, tanto erano occupati a pregare o a leggere nel libriccino che si era pensato di far loro portare in tasca. Posso assicurare che in questa occasione hanno superato se stessi.
Il Direttore ne ha ringraziato il Signore come un compenso che gli faceva dimenticare l’amarezza della scena imbastita precedentemente. Non bisogna dimenticare che i nostri soci furono quasi i soli che fecero la comunione alla messa del vescovo (erano stati cresimati in 26). Rientrarono a due a due alla Missione accompagnati dal Direttore e da un altro missionario. E continuarono il ritiro fino a sera..
Diario della Congregazione della Gioventù, 6 aprile 1817, E.O. XVI