NOMINA DELLO ZIO FORTUNÉ DE MAZENOD A VESCOVO DI MARSIGLIA

Durante gli anni dell’esilio, lontano dalla Francia, Eugenio aveva vissuto con suo padre e gli zii, ai quali era molto legato. Mentre si trovava a Venezia era rimasto ferito dalla partenza di sua madre e dal successivo divorzio dei suoi genitori. All’età di 20 anni era tornato in Francia, e da quel momento aveva cercato di riportare in patria il resto della famiglia. Per raggiungere questo obiettivo occorreva sistemare la situazione finanziaria, in modo che suo padre potesse pagare i suoi debiti e tornare in Francia senza il rischio di essere braccato dai creditori. Se suo zio Fortuné avesse ricevuto una nomina ecclesiastica si sarebbe assicurato il reddito necessario anche per mantenere il padre di Eugenio.

Per quindici anni Eugenio aveva lavorato per realizzare questo obiettivo, ed era una delle sue preoccupazioni mentre si trovava a Parigi. Sua madre, invece, non vedeva le cose allo stesso modo e si opponeva al ritorno del padre.

C’è una cosa, però, che mi darà eternamente dispiacere ed è quella di aver ascoltato troppo la vostra ripugnanza e, per stare attento ai vostri pregiudizi, di non aver voluto insistere a far rientrare i miei parenti.
Siamo, attualmente, crudelmente puniti per aver avuto la crudeltà di non fare il nostro dovere. Mio zio, l’abate, sarebbe vescovo di Perpignan e, forse, lo sarebbe stato anche di Marsiglia mentre, a causa della sua assenza, non potrà essere nulla. Essendo vescovo, si sarebbe incaricato di suo fratello maggiore. Il minore ha cento luigi, non ha bisogno di nessuno.
Questa annotazione, che avevo, però, fatto nel tempo, non ha potuto calmare i vostri allarmi e io ho avuto la debolezza di cedere alla paura di affliggervi soprattutto quando Eugenia è venuta a dirmi che questo pensiero era la causa di tutti i vostri mali.

Adesso era troppo tardi perché tutte le posizioni vacanti erano state occupate.

Adesso l’occasione è perduta, tutto è detto per la vita… Mio zio vescovo, suo fratello si ritirava nella diocesi con lui e avrebbe trovato, vicino a suo fratello, il modo di dare anche qualcosa ai suoi creditori. L’occasione è persa per sempre; ci vuole virtù per consolarsi.

Nella sua frustrazione la rimprovera aspramente.

Cercate, almeno, di trarre la conclusione che non bisogna sempre essere contrari alle mie idee che valgono, spesso, più di quelle di molti altri. Lasciamo, però, questo triste punto.

Lettera a sua madre, 21 agosto 1817, Orig.: Chateau des Boisgelin, a St-Martin-des-Pallières

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