Eugenio continua la sua omelia presentando l’indifferenza della società post-rivoluzionaria nei confronti di Dio e invita “voi, poveri di Gesù Cristo†presenti nella Maddalena a venire ad ascoltare le parole che potranno illuminarli.
Interrogate la folla che incalza affannosamente sulle pubbliche piazze, chiedete a ciascuno che sta facendo, dove va, di che cosa s’interessa…
Uno risponderà di occuparsi di un processo il cui esito deciderà del suo patrimonio e corre da giudici e avvocati perché si sbrighino…;
un altro si affretta a risolvere una questione importantissima…;
per un altro lavori urgenti esigono la sua presenza in campagna dove deve correre in tutta fretta;
un altro ancora rumina in mente sua progetti finanziari, interessi, ambizioni che gli assicureranno…;
forse troverete alcuni costretti a dirvi che corrono all’impazzata verso l’oggetto delle loro infami passioni.
Non uno solo, dico uno solo, che potrà rispondervi che il suo pensiero corre alle verità eterne e lì tendono le sue riflessioni e le sue ricerche. Desolatione desolata est terra (Gr 12, 11). Che cecità ! Che pazzia! Intanto i giorni passano, gli anni incalzano, la morte è lì!
Allora le illusioni cadono, ma non c’è più il tempo per rifare una vita intera passata alla ricerca di vanità deperibili che è giocoforza lasciare; è troppo tardi per accumulare un tesoro imperituro di gloria e di felicità .
Perciò, chiunque voi siate, venite con assiduità ad ascoltare istruzioni che devono aprirvi gli occhi su tanti errori funesti e illuminarvi sui vostri unici veri interessi. Venite soprattutto voi, poveri di Gesù Cristo; e piacesse a Dio ch’io potessi far udire la mia voce nelle quattro parti del mondo per scuotere tanti insensati dal loro sonno fatale che li porta alla rovina!
Note per le istruzioni della Quaresima nella chiesa della Maddalena, marzo 1813, E.O. XV n. 114